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L’arte russa attraverso i secoliCiclo di incontri - Maggio 2016Dagli anni venti al presente: il realismo e l’arte del realismo socialista
L’arte iconografica compare in Russia dal X secolo quando il sovrano Vladimir I (955-1059), in stretto rapporto con Bisanzio, promuove la cristianizzazione e dura fino al XVII/XVIII secolo. Soltanto nel XVIII sec. con Pietro il grande e Caterina II, superato l’isolamento, la Russia si affaccia all’Europa e alla sua arte. Il collezionismo e la fondazione dell’Accademia inducono un veloce aggiornamento sull’arte rinascimentale, barocca, neoclassica. Nel 1861 l’abolizione della servitù della gleba segna l’inizio di una richiesta di democrazia. Gli artisti, gli Ambulanti, coniugano ideali estetici ed etici, raffigurando le bellezze dello sconfinato paesaggio russo, le condizioni dei contadini nei paesi, la necessità d’alfabetizzazione, i grandi protagonisti della cultura.
Tra ‘800 e i primi decenni del XX secolo gli artisti si aggiornano velocemente e partecipano alle avanguardie, creando quella più avanzata che cerca di realizzare l’utopia in impegno nella costruzione del primo paese comunista.
Dal 1920 al 1934, quando Stalin impone l’arte del Realismo socialista, è necessario analizzare le forme di un realismo, comune a simili forme in tutti gli altri paesi, e arti spiccatamente di regime. Dopo la morte di Stalin, il panorama è ancora prevalentemente figurativo come la recente mostra al Palazzo delle Esposizioni a Roma Russia in the road anni 1920/1999 evidenzia.
Coordinatrice Elena Sichel |