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Centro antiviolenza e Casa rifugio, crescono i servizi sul territorio

04settembre2015Fondazione di Piacenza e Vigevano

Crescono i servizi sul territorio contro la violenza sulle donne. Nei locali della Fondazione di Piacenza e Vigevano si firma oggi il Protocollo d’intesa per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza di genere

Un documento che impegna a vario titolo i sei firmatari - Asp Città di Piacenza, Ausl di Piacenza, Comune di Castel San Giovanni, Comune di Fiorenzuola d’Arda, Comune di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano – a implementare e potenziare gli interventi di ascolto e accoglienza a favore di donne vittime di violenza di genere sul territorio provinciale. Il Protocollo promuove infatti azioni coordinate, nonché la formazione permanente degli operatori impegnati a vario titolo e con varie professionalità sul tema. 

Due, in particolare, i progetti a valenza provinciale: 

Centro antiviolenza con attività di ascolto, accoglienza, orientamento, assistenza psicologica e legale; 
Casa rifugio ovvero una struttura residenziale con supporto stabile di personale che provvede alla gestione della casa. 

Si tratta di servizi già esistenti, che ora saranno potenziati e ampliati. 

L’attività del Centro Antiviolenza precedentemente era svolta, a titolo volontaristico, dall'associazione La Città delle donne - Telefono Rosa Piacenza. Si trova in via Scalabrini 133/A ed è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 17.30. Il Centro è raggiungibile telefonicamente al numero 0523 334833, con attivo un servizio di segreteria telefonica 24 ore su 24. 

La Casa Rifugio, oggi presente con 5 posti, arriverà ad offrire 17 posti letto, a copertura delle tre fasi di accoglienza residenziale necessarie alla definizione di progetti mirati di aiuto alle donne vittime di violenza che devono allontanarsi dal luogo di residenza: emergenza, indirizzo segreto, accoglienza finalizzata all'autonomia. Il progetto prevede anche l'attivazione di un Servizio di reperibilità sociale che, nelle fasce orarie di chiusura dei servizi, garantisca l'attivazione di interventi d’emergenza. La Casa rifugio è in fase di avvio e prevede un contratto di gestione tra ASP e l’associazione La Città delle donne- Telefono Rosa Piacenza. 

La Fondazione di Piacenza e Vigevano, in linea con la propria volontà di sostenere il settore del “welfare” locale garantisce un contributo economico destinato a coprire i costi delle utenze e parte delle spese di vitto e di esigenze personali delle ospiti. 

Il Comune di Piacenza, in qualità di soggetto capofila dei progetti, si impegna a definire e monitorare, attraverso proprio personale, i documenti amministrativi necessari all’avvio e alla realizzazione degli interventi; convocare e coordinare gruppi tecnici di monitoraggio dei progetti; collaborare alla definizione dei criteri di accesso e del regolamento di funzionamento della Casa rifugio; predisporre e gestire progetti sociali individualizzati, comprensivi di eventuali interventi economici, a favore delle donne accolte nel Centro antiviolenza e residenti nel Comune di Piacenza. 

L’Azienda Usl collaborerà per definire le modalità di integrazione tra il "Centro Antiviolenza", la Casa Rifugio e il percorso aziendale dedicato alle donne che hanno subito violenza, che vede coinvolti il Pronto soccorso, i consultori familiari, la Psicologia di base, l'Ostetricia e Ginecologia. 

Asp Città di Piacenza garantirà l’apertura e il funzionamento della Casa Rifugio, attraverso la convenzione con Telefono Rosa Piacenza che preveda la presa in carico complessiva del servizio di ospitalità per tutti i moduli previsti dall’articolazione del servizio. 

Comuni di Castelsangiovanni e Fiorenzuola si impegnano a collaborare alla definizione dei criteri di accesso e del regolamento di funzionamento della Casa rifugio e a predisporre progetti sociali individualizzati, comprensivi di eventuali interventi economici, a favore delle donne accolte nel Centro antiviolenza e residenti nel proprio Distretto. 

Un gruppo di lavoro, formato da un rappresentante di ciascun distretto socio-sanitario, avrà il compito di elaborare le progettualità, monitorarne l’andamento ed effettuare le conseguenti verifiche.