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Progetto accoglienza abitativa casa tra le case

06aprile201612:30Salone d'Onore di Palazzo Rota Pisaroni

INTRODUZIONE GENERALE ALLA CONFERENZA STAMPA ED AL PROGETTO 
MASSIMO TOSCANI PRESIDENTE FONDAZIONE 


ILLUSTRAZIONE PREMESSE AL PROGETTO, SITUAZIONE POVERTA’ SOCIALE E DISAGIO ABITATIVO 
GIUSEPPE CHIODAROLI DIRETTORE CARITAS DIOCESANA 


ILLUSTRAZIONE TECNICA PROGETTO, OBIETTIVI, AZIONI E RISORSE NECESSARIE, SOSTENIBILITA’, GOVERNANCE
FRANCESCO ARGIRO’ RESPONSABILE AREA PROMOZIONE UMANA CARITAS 


PROGETTO ACCOGLIENZA ABITATIVA CASA TRA LE CASE 

I cambiamenti sociali, economici e relazionali intervenuti negli ultimi anni hanno causato pesanti ricadute in diversi ambiti. 
Tra queste, una delle più rilevanti riguarda il problema casa, inteso non solo come mura domestiche, ma anche come luogo di relazione. 
Attraverso un focus dinamico sui vari campi del sociale connessi al problema è emerso che questo colpisce in modo indiscriminato tanto famiglie, anche sotto sfratto con minori con ridotta o inesistente capacità contributiva, quanto single occupati, con lavori a tempo determinato, o in particolari settori (logistica, ristorazione, pulizia), con orari lavorativi incompatibili con quanto messo a disposizione dalla rete di accoglienza del territorio (Caritas, Comune di Piacenza, Associazione Arcobaleno, Ronda della Carità). 
Caritas Diocesana Piacenza-Bobbio e Fondazione Piacenza e Vigevano hanno condiviso un progetto che affronta il problema in modo trasversale e innovativo. 
Il progetto infatti, dedica molto spazio anche agli aspetti educativi e di accompagnamento allo scopo di aiutare le persone ad uscire dalla propria situazione di povertà, sia attraverso l’acquisizione di capacità nella gestione degli aspetti minimi della vita sia nell’avviamento al lavoro laddove necessario, consentendo loro l’opportunità di uscire dal sistema di welfare in autonomia. 
Fondamentale per raggiungere questi obiettivi sarà la creazione di una rete che, sensibilizzando e coinvolgendo il territorio, contribuisca ad una mitigazione dell’emergenza abitativa. 
In questo senso diventa indispensabile la collaborazione con i soggetti istituzionali per la presa in carico e per la condivisione della progettualità. 
Attraverso la collaborazione con diverse realtà, ad esempio enti ecclesiastici e della società civile, si mira reperire un numero totale di 25 appartamenti, messi a disposizione di famiglie che presentano, nella fase di attivazione del progetto, ridotta capacità contributiva, che vivono in situazioni di precarietà abitativa o addirittura sotto sfratto esecutivo, con l’obiettivo di far partecipare al progetto un numero di famiglie compreso tra 60 e 80 e di singoli tra i 15 e i 25 nell’arco dei quattro anni. 
Una Equipe di accesso, composta dal coordinatore del progetto, da referenti Caritas e da un referente della Fondazione, individuerà le famiglie con i requisiti necessari per la partecipazione al progetto. 
Valuterà anche tra quelli disponibili l’appartamento adeguato alle loro necessità, considerando anche le segnalazione ricevute dai servizi sociali dei vari comuni. 
Una volta reperiti gli alloggi, tenendo conto dei bisogni evidenziati e dei soggetti che potranno accedere al progetto, sarà stipulato direttamente tra i proprietari e gli ospitati, col sostegno del progetto, un contratto con canone sociale calmierato (canone < 50% dell’affitto di riferimento della zona). 
I beneficiari dell’appartamento saranno tenuti a corrispondere l’importo concordato e il pagamento delle utenze. 
Alla base dell’inserimento nel programma, si pone un progetto educativo personalizzato che, partendo dalla conoscenza dei componenti la famiglia e dei loro bisogni, permette di sostenerne i membri nei vari ambiti, supportandoli con un affiancamento consono alle loro necessità. 
Viene redatto anche un progetto lavorativo modulato in considerazione delle necessità, attraverso tirocini, formazione, coinvolgimento in progetti già avviati. 
A questo scopo Caritas, attraverso i Laboratori, il progetto Intrecci e soprattutto il progetto Lavor-io, fornisce importanti possibilità che si uniscono alle risorse che il territorio si auspica possa attivare. 
Partendo dall’emergenza abitativa in particolare e sociale in generale, attraverso un’azione educativa e responsabilizzante, sarà quindi possibile raggiungere un obiettivo di grande rilevanza sociale e territoriale.