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Giornalisti minacciati e lotta alle mafie

07novembre2019ore 08:30 – 13:30Aula Magna, Scuola Allievi Agenti di Polizia Viale Malta, 11 – Piacenza

8:30 – 9:00 Registrazione dei partecipanti
9:00 – 13:30 Relazioni:

Introducono e moderano:

Gaetano Rizzuto, giornalista, ex direttore di Libertà
Mattia Motta, giornalista freelance, segretario generale aggiunto FNSI

Giornalismo e territorio. L'importanza di fare rete tra chi deve informare e chi deve essere informato:
il ruolo della consapevolezza civile.

Sandro Ruotolo giornalista sotto scorta.
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Raccontare le mafie.

Paolo Borrometi giornalista sotto scorta e vicedirettore dell'Agenzia Agi.
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Costituzione di parte civile nei processi alle mafie: il ruolo della società civile.

Enza Rando avvocato, vicepresidente Libera e responsabile Ufficio Legale di Libera.
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Da Aemilia a Grimilde: la “capacità delle cosche di intessere relazioni con il mondo imprenditoriale/finanziario e politico/istituzionale”.

Paolo Bonacini giornalista
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I professionisti e il loro ruolo nella penetrazione delle mafie.

Stefania Pellegrini professoressa del corso Mafie e antimafia, Dipartimento di scienze giuridiche Università di Bologna Alma Mater Studiorum
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Quando la precarietà indebolisce l'informazione.

Raffaele Lorusso giornalista di Repubblica, segretario nazionale Fnsi
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Deontologia e informazione nel racconto dei fenomeni mafiosi.

Giovanni Rossi presidente Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna
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PIACENZA - Informazione, deontologia, legalità: giornalisti minacciati e costretti a vivere sotto scorta, lotta alle mafie e il paludoso intreccio mafia-politica. Questo il “perimetro” di due incontri pubblici organizzati da Libera e Fnsi a Piacenza il 6 e 7 novembre, con diversi giornalisti e referenti del mondo della lotta alla mafia che si daranno appuntamento per confrontarsi tra loro e con la società civile piacentina. Grazie a Libera, nomi e numeri contro le mafie, alla Federazione nazionale della Stampa (Fnsi), sindacato unitario dei giornalisti italiani, e alla collaborazione della Fondazione Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna e della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato, Piacenza avrà la possibilità di confrontarsi con relatori di livello nazionale.

Due gli incontri previsti. Il primo alle ore 20:30 del 6 novembre negli spazi dell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant'Eufemia (ingresso libero fino ad esaurimento posti) e il secondo, la mattina del 7 novembre, con una sorta di “plenaria” nell'aula magna della Scuola agenti di viale Malta con gli studenti delle scuole superiori di Piacenza impegnati in questi anni con i percorsi di legalità di Libera.

Sarà a Piacenza Sandro Ruotolo (6 novembre e 7 novembre ), inviato di fanpage.it, storico collaboratore di Michele Santoro ed esperto di mafie costretto a vivere sotto scorta. Stessa sorte toccata a Paolo Borrometi (7 novembre), vicedirettore dell'Agi e presidente di Articolo21.
Confermata la presenza di uno dei massimi esperti di infiltrazione della 'ndrangheta in Emilia, Paolo Bonacini, già direttore di Telereggio e oggi cronista di giudiziaria che su Il Fatto Quotidiano ha raccontato passo-passo il processo Aemilia. Anche il giornalista di Repubblica, oggi al vertice della Federazione della Stampa, Raffaele Lorusso, interverrà a Piacenza sui temi del lavoro. Previsti inoltre gli interventi del presidente dell'ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna, Giovanni Rossi, di Stefania Pellegrini, docente del corso Mafie e antimafia del Dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università di Bologna e della vicepresidente di Libera, avvocato Enza Rando, legale di parte civile in diversi processi di mafia.

Le iniziative vedranno alla conduzione Gaetano Rizzuto, già direttore del Secolo XIX e di Libertà, e Mattia Motta, cronista piacentino e segretario generale aggiunto Fnsi.

L'iniziativa alla Scuola Allievi Agenti di viale Malta è valida come evento di formazione per i giornalisti (https://sigef-odg.lansystems.it/Sigefodg/dettagliocorso/17925) a cui sono stati assegnati 7 crediti formativi.

 

“Chi cerca e diffonde notizie, a differenza di qualsiasi altro operatore anche di natura intellettuale, deve godere di una libertà che la legge definisce “diritto insopprimibile”, perché solo se questa condizione si realizza egli può realmente, in piena coscienza, informare correttamente i cittadini. Questo il suo compito e il suo obbiettivo” spiegano in una nota gli organizzatori dell'iniziativa. “Un compito sempre più difficile nel contesto della crisi che il comparto dell'informazione sta affrontando, crisi economica e industriale da un lato, e crisi per quanto concerne i tentativi di “bavaglio” sempre più frequenti attraverso strumenti come le querele temerarie con richieste di risarcimenti milionari dall'altro. Vorremmo che questa fosse la prima edizione di quello che, per noi, rappresenta un momento di incontro, confronto e condivisione tra il mondo dell'informazione, soprattutto quello schierato in prima linea nella cronaca del fenomeno mafioso variamente declinato, e gli studenti che da anni, attraverso Libera, hanno intrapreso un percorso di educazione alla legalità e all'informazione (da ricordare, su tutti, l'esperimento del giornale “Mafie offline”, ndc). Per far sì che la “sindrome di Grimilde” non attecchisca a Piacenza. Perché passata l’indignazione del momento, passa anche l’attenzione. Questo è possibile proprio per via della “sindrome di Grimilde”. Allontanarsi dallo specchio è un modo per scansare il problema. E raccontarsi una bugia. Corruzione e criminalità organizzata “sfruttano la nostra allergia a guardarsi allo specchio”, ecco cos'è la “sindrome di Grimilde”.

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