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Quesalid

11ottobre2019ore 20:00Teatro della Casa di Reclusione di Vigevano

QUESALID
scritto e diretto da Mimmo Sorrentino

con 5 attrici detenute del Reparto di Alta Sicurezza della Casa di Reclusione di Vigevano Luca Cavalieri e Chiara Santrolli

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Lo spettacolo, il cui nucleo centrale si ispira ad un episodio riferito dall’antropologo Franz Boas, intreccia singolari vicende di sciamani che non credono allo sciamanesimo, di finte malattie e di veri risultati nella lotta alla malattia, di guarigioni più o meno miracolose.

Quando tutto sembrerebbe finito, l’attrice principale, alza le mani a interrompere gli applausi e inizia il resoconto di un difficile rapporto con la medicina “ufficiale”, l’incontro con la bizzarra figura di uno stregone-guaritore che metaforicamente somiglia a quello raccontato da Boas, del successo che forse corona l’intervento di costui. Ma un equivoco corrode la certezza dell’efficacia decisiva di un tale risultato: e allora chissà, potrebbe essere proprio questa perdita di fiducia, quell’ombra di involontario sgomento a determinare nel corpo l’insorgere delle metastasi.
Quesalid, nonostante l’abnorme impatto emotivo ingabbiato in una stratificazione dialettica tra realtà e finzione, non punta su facili suggestioni, piuttosto porta in luce il nocciolo di paura che è in noi, ce lo mostra come fa lo sciamano che identifica la malattia con un batuffolo insanguinato.

“Anche a me sarebbe piaciuto che la mia storia si fosse conclusa così” recitava Laura Allegri, la protagonista dello spettacolo e Renato Palazzi scrisse sul Sole 24 Ore il 16 aprile del 2000, che con queste parole cominciava “uno dei più strazianti monologhi ascoltati in palcoscenico negli ultimi anni”.

Quesalid infatti è andato in scena al CRT\Salone di Via Ulisse Dini per quattro repliche nel 2000. Lo spettacolo commosse, fece discutere, investì “le ragioni profonde del teatro”, come scrisse Oliviero Ponte di Pino. Lo spettacolo fu visto da un centinaio di persone e, sebbene ottenne segnalazioni al Premio Ubu dello stesso anno, non fu più replicato. Motivo determinante l’aggravarsi delle condizioni fisiche della protagonista, Laura Allegri, e la sua successiva morte.

Dopo vent’anni dal suo debutto si intende riportare in scena questo testo, scritto con la supervisione del Prof. Vittorino Andreoli. Al posto di Laura un’attrice detenuta in alta sicurezza nella Casa di Reclusione di Vigevano, insieme a sue compagne e ad attori professionisti. Per tutte queste persone il teatro è “necessario”. La prova è che nel praticarlo hanno messo in atto dinamiche di trasformazione sia in loro che nella società. Sono attrici autentiche, con una tecnica sopraffine. Così dopo 20 anni ci sono, per me, le condizioni “necessarie” per riprendere questo lavoro che sono sicuro, e spero di non sbagliarmi, continua a proporre, come scrisse Vittorino Andreoli, “un’antropologia del presente”.

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