La Magistratura Resistente

Il 30 ottobre ricorrerà il centenario dell'inizio in Italia del regime fascista. È opportuno anche ricordare nell'occasione che il regime giunse al potere con la violenza omicida e distruttrice delle organizzazioni popolari, a partire da partiti e sindacati. Per reprimere ogni forma di opposizione e di dissenso costituì fra l'altro un corpo di polizia segreta, ristabilì la pena di morte e istituì un Tribunale Speciale nel quale la funzione di giudice era affidata ad esponenti della Milizia fascista. E che nel contempo si volle invece assicurare l'impunità per gli atti di malversazione e di violenza compiuti da esponenti del regime, condizionando l'operato della Magistratura. L'indipendenza dal potere politico, e la sottomissione al principio di legalità, era una acquisizione fondamentale della civiltà giuridica che si era affermata anche in Italia nell'Ottocento con il movimento risorgimentale. Vi furono però dei giudici che tennero la schiena dritta di front e ali e prete se ed aspettative del regime fascista. Uno di questi, negli anni trenta, fu presidente del Tribunale di Piacenza che, fra l'altro, contrastò l'applicazione delle leggi razziali. Il tema sarà oggetto della conferenza dell'ex magistrato Paolo Borgna, attuale presidente dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Torino e autore fra l'altro delle biografie degli ex magistrati e "resistenti" azionisti Giorgio Agosti e Alessandro Galante Garrone.

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