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Un’altra storia è possibile?

03novembre2023ore 8.30-12.30 | 14.00-19.30Auditorium della Fondazione, Via S. Eufemia 12 - Piacenza
In copertina, iscrizione sull’antico edificio d’angolo tra via Campagna e via San Tomaso, Piacenza.

ore 8.30-12.30 conduce Michela Ponzani

Il comunismo e l’Urss

Se i bolscevichi non avessero sciolto con la forza l’Assemblea Costituente?
Marcello Flores
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Il nazismo, la Germania, l’Europa

Se nella Germania di Weimar Hitler e il partito nazionalsocialista non avessero raggiunto il potere o se l’avessero perso?
Monica Fioravanzo
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Il terrorismo

Senza i terrorismi le cose in Italia sarebbero andate diversamente?
Giovanni Gozzini
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pausa pranzo

 

ore 14.00-19.30 – conduce Michela Ponzani

L’Italia degli anni Sessanta

Estate 1964: caduta del governo Moro e scenari autoritari. Il tintinnio di sciabole: dal “Piano Solo” alla guerra civile?
Mimmo Franzinelli
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Il fondamentalismo islamico e l’Occidente

Se fosse fallita la rivoluzione iraniana del 1979?
Farian Sabahi
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aperto al pubblico

L’Italia dell’ultimo trentennio

Se Berlusconi non fosse sceso in politica nel 1994?
Tavola rotonda con Marie-Anne Matard Bonucci, Daniele Ceschin, Marcello Flores, Giovanni Gozzini, Farian Sabahi.
Presiede Pier Luigi Bersani

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Un’altra storia è possibile?

Presentazione

Da decenni la ricerca storica si misura con le ipotesi controfattuali – “storia controfattuale”, “storia possibile”, “what if ”, “storia con i se e con i ma”, “ucronia”, a seconda delle diverse interpretazioni e denominazioni –, secondo una metodologia che, a parere di qualcuno, costituisce, in particolari periodi di transizione, il cuore stesso dell’indagine in riferimento a nodi storici che sollevano interrogativi e dibattiti. Ferdinand Braudel ritiene che “il viaggio a ritroso nel tempo” compiuto in tal modo possa essere un gioco, un gioco di simulazione, ma anche qualcosa di più serio: «Fatta l’ipotesi, lo storico riprenderà meglio la sua ricerca e la sua spiegazione». Secondo Nietzsche «la domanda che cosa sarebbe successo, se non si fosse presentata questa o quest’altra cosa [...] è proprio la domanda cardinale» (1875). Per Max Weber, lo storico può compiere retrospettivamente la medesima valutazione concettuale che il suo eroe ha più o meno chiaramente condotto (1959). Luigi Cajani, che tra i primi in Italia ha mostrato interesse per la “storia possibile”, avverte che «la riflessione controfattuale riguarda il piano della conoscenza» e secondo Nicola Badaloni, “la storia fatta con i se e con i ma” costituisce un metodo euristico, un solido punto di partenza.

La prospettiva possibilista facilita l’esplicitazione dei diversi aspetti fondamentali tanto per la correttezza dell’indagine storica, quanto per l’esercizio di svelamento delle categorie ricostruttive degli eventi, compiendo in tal modo un’operazione anti-deterministica e anti-ideologica e consentendo di prefigurare, seppure per ipotesi, come avrebbero potuto manifestarsi i fenomeni, in presenza di decisioni umane diverse o per l’intervento di fattori differenti.

Dai possibili della storia scaturisce perciò, come logica filiazione, la prospettiva strategica dell’uso in didattica della controfattualità, diventando lecito «supporre uno stato di cose possibile e non realizzato, che non abbia i caratteri negativi dell’utopia, ma che […] sia in grado di suggerire nuovi modi di azione e di vita, svuotando l’esistente di tutta la condensata necessità che l’accettazione comportamentale e teorica gli ha imposto» (N. Badaloni, 1983).

Il Convegno si pone nella prospettiva di esaminare alcuni passaggi-chiave della storia del Novecento, grazie alle relazioni delle storiche e degli storici, impegnati a sviluppare il fenomeno innanzitutto attraverso la descrizione dei fattori fondamentali che lo hanno prodotto e, secondariamente, a formulare in ipotesi l’intervento di un elemento casuale o di una scelta umana alternativa, prefigurandone gli esiti di breve durata. L’ultima mattina è interamente dedicata alla riflessione epistemologica sull’uso della prospettiva controfattuale nell’analisi storica e alle modalità di traduzione didattica attraverso alcuni significativi studi di caso, presentati con l’utilizzo di varie e divertenti tecniche di apprendimento per ragazze e ragazzi di tutte le classi di età.

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Informazioni

La partecipazione per singoli docenti, studenti, cittadini, scuole, università, istituti storici è possibile in presenza o da remoto, in diretta o differita streaming.

L’iscrizione è obbligatoria per tutti e consentita dal 25 settembre al 27 ottobre 2023, previa compilazione del form al link: https://forms.gle/XvnCNwHb7NWpJfKv7 (codice Qr a fondo pagina del programma allegato), nel quale sono inserite tutte le modalità di partecipazione, le rispettive condizioni di versamento del contributo e le gratuità previste.

Per chiarimenti e informazioni è possibile scrivere a [email protected] e telefonare tutte le mattine (lun.-ven. 9.30-12.30) e il mercoledì pomeriggio (14.30-17.30) al numero 0523/330346.

Gli insegnanti possono iscriversi sia tramite la piattaforma Sofia (codice corso Isrec Piacenza “Un’altra storia è possibile?” 87226), sia utilizzando le modalità previste per gli altri partecipanti, con regolare attestato di frequenza, valido ai fini della certificazione formativa MIM.

L’Isrec di Piacenza è parte della Rete degli istituti associati all’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri”, che ha concesso il patrocinio all’iniziativa ed è riconosciuto Agenzia di formazione accreditata presso il MIM.

La sede del Convegno è raggiungibile dalla stazione ferroviaria in 15 minuti a piedi (5 minuti in auto); link: https://goo.gl/maps/bn81WrrDMfKmJVQs6.

Chi desidera pernottare al Grande Albergo Roma, via Cittadella 14, a 5 minuti dalla sede del Convegno, può chiedere l’applicazione della tariffa agevolata in Convenzione con il nostro Istituto.

Direzione scientifica di Marcello Flores
Progettazione e coordinamento di Carla Antonini

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